Progetto a cura dell’Associazione Fotografica Verona OFF

Presso Palazzo Orti Manara
“Per la tangente” è un’esplorazione fotografica collettiva sul paesaggio peri-urbano che si estende attorno alla città di Verona e ai comuni limitrofi, in un ambito che non ha rigidi confini amministrativi ma piuttosto una correlazione con i territori abitualmente vissuti, percorsi e “percepiti” dagli autori.
La scelta di non delimitare esattamente il territorio di indagine è volutamente legata alla consapevolezza di un comune denominatore che unisce questi luoghi, o paradossalmente alla mancanza di caratteristiche identitarie precise che possano differenziarli.
Si tratta del paesaggio delle frange peri-urbane di una città dispersa come è definita, urbanisticamente, Verona.
Queste aree, contrariamente alle periferie di città compatte, con quartieri ad assetto urbanistico tipico, sono zone in cui insediamenti urbani, pezzi di campagna, aree “naturali” incolte o dedicate a verde pubblico, infrastrutture, attività produttive attive o residuali, vie di comunicazione, si mescolano in un intreccio confuso ed imprevedibile.
Questa “terra di mezzo”, tessuto connettivo interstiziale che si dirama e si fonde con quello di zone vicine , rappresenta la “periferia diffusa” che costituisce, più della cosiddetta “città diffusa”, la vera realtà territoriale di una parte importante della pianura padana.
Contrapposizioni classiche come città/campagna o centro/periferia perdono qui il loro significato originario e viene messo in crisi il concetto stesso di paesaggio che viene a rappresentarsi nel segno del caos, della frammentazione e dell’omologazione.
All’inevitabile senso di “spaesamento” derivato dalla perdita dei caratteri identitari di luoghi ormai intercambiabili, subentra anche il rischio di una acquiescente accettazione, di una passiva dipendenza ad un modello di vita standardizzato e globalizzato, che indirizza,verso nuove ed artificiose realtà, l’immaginario collettivo.
E’ proprio da questa crisi di trasformazione del paesaggio che deriva l’interesse per una fotografia che voglia analizzare questi eventi e cercare di ricomporre la frattura che si è creata tra ciò che ha determinato questi cambiamenti e chi li vive quotidianamente.
La multi-autorialità del progetto fotografico può costituire una chiave interpretativa che permetta la moltiplicazione dei punti di vista e delle strategie di visione finalizzate ad un’azione di tipo conoscitivo od impressionistico, su un paesaggio tipicamente provvisorio e indeterminato, più che ad una descrizione documentaristica di un fenomeno già compiuto.
Grazie a Cerea Banca e Alex Mastini per la concessione degli spazi espositivi.